Una più approfondita conoscenza della propria illuminazione pubblica potrebbe aiutare tante Pubbliche Amministrazioni nel risparmiare denaro.
L’Italia è uno degli Stati europei col più alto consumo di energia elettrica pro capite per illuminazione pubblica.
Di quanto? Beh, nel 2017 – solo 3 anni fa – la nostra spesa è stata il doppio della media europea.
In questo articolo l’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, fa un’ottima analisi della situazione attuale.

Analizzare per correggere
Leggendo l’articolo, uno dei punti che più mi ha colpito, è quello che parla di come andiamo ad illuminare molte aree che spesso non necessitano di illuminazione.
Questo accade principalmente per:
- impianti di illuminazione pubblica extraurbana
- punti luce di aree artigianali e industriali
La proposta per lo spegnimento di queste aree, avrebbe dovuto assicurare nel breve periodo, risparmi a costo zero.
Ci si è però scontrati nella forte convinzione che poca luminosità = poca sicurezza.
Nonostante fosse stato dichiarato che la proposta di spegnimento avrebbe riguardato esclusivamente aree urbane dove non circolano persone e – numeri alla mano – non esistono fondamenti scientifici a conferma di tutto ciò, alla proposta non ha poi seguito una reale messa in atto.
C’erano oltre a queste anche altre proposte che nel medio-lungo periodo avrebbero dovuto portare ulteriore risparmio.
Si proponeva infatti di intervenire sostituendo le vecchie lampade con più moderni LED oppure con altre soluzioni quali:
- installazione di orologi astronomici o sensori di movimento
- ottimizzazione della luminosità di alcuni impianti
- passaggio integrale a LED per gallerie e illuminazione semaforica
- adeguamento dei servizi di manutenzione ai costi di mercato
- impiego intensivo di sensori di movimento o di illuminazione adattiva
Gestire tutte queste informazioni insieme è possibile
Se pensiamo all’illuminazione pubblica di un comune, è facile intuire quanti dati – spesso distribuiti tra formato cartaceo, tabelle Excel o altri tipi – siano sparsi ed (dis)organizzati in vari Uffici.
Che fare quindi?
Innanzitutto convincersi a:
- fare ordine per poi uniformarli tutti in un unico formato
- portare tutti i dati uniformati all’interno di uno strumento come un webGIS e renderli disponibili via web
Allineare tutte le informazioni porterebbe finalmente non solo a geolocalizzare correttamente qualsiasi punto luce comunale, ma anche a rendere facilmente consultabile ogni informazione associata.
Quanti (e quali) sono i punti luce revisionati lo scorso anno?
Qual è la via più dispendiosa in termini economici?
Quali punti luce funzionano su strade poco trafficate?
A queste domande, con un giusto strumento (ormai il mercato offre una scelta piuttosto ampia) sarebbe piuttosto facile rispondere.
OK, ma come faccio a mettere in piedi tutto questo?
Non è difficile, ma ci sono 2 componenti da valutare:
- la componente Tecnica, per avere uno strumento potente e adatto all’uso richiesto
- la componente Informativa, con le giuste basi cartografiche e dei dati corretti
Andiamo per ordine.
Nel mercato si trovano vari prodotti, adatti ad ogni budget e tecnologia, sia Open Source che Closed Source.
L’importante è trovare, se serve, un’azienda in grado di supportare efficacemente la Pubblica Amministrazione non solo durante durante la fase iniziale del progetto e durante, ma soprattutto “dopo”.
Se non sai come scegliere un’azienda partner per sviluppare un webGIS, ne abbiamo parlato qui.
La seconda componente, come citato poco sopra, è quella informativa:
- catasto
- carta tecnica
- strumenti urbanistici
- sotto-servizi
- punti di interesse
- dati sul traffico
Queste sono tutte informazioni che, per coesistere in un webGIS, devono essere ‘uniformate’ tra loro per consentire una perfetta sovrapposizione in mappa ed eventuali Query (le Ricerche degli smanettoni) tra le varie banche dati.
Dove reperire questi dati? Le fonti sono le più diverse.
Quelli catastali vengono forniti dall’Agenzia del Territorio, la Carta Tecnica regionale solitamente dalla regione di appartenenza, i sotto-servizi potrebbero essere forniti da Enti Gestori del territorio.
I dati sul traffico? Se dobbiamo valutare le strade meno percorse al fine di ottimizzarne l’illuminazione sono fondamentali.

Noi suggeriamo i dati di traffico storico di TomTom che possono essere richiesti da questo portale: www.grafostradale.com
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