La coltura della terra è, storicamente, uno dei mestieri più antichi del mondo e le tecnologie utilizzate sono all’avanguardia anche se quasi sempre dedicate al trattamento fisico dei campi, delle piante, dei frutti. E se cominciassimo a mappare tutto? Quanto ci converrebbe?
Molti tecnici di cantina o di campagna utilizzano ormai strumenti GPS per il rilievo delle superfici coltivate. Pratici rilevatori con precisione submetrica hanno fatto appendere al chiodo cordelle metriche e uscite in coppia per perimetrare colture.
I dati rilevati come sopra descritto, poi, già sono trasferiti in sistemi GIS che contemplano cartografie, foto aeree, informazioni legate alle aree. Rilevo un vigneto col GPS? Ritorno in ufficio, accendo il GIS, scarico il dato raccolto in campagna, vedo il mio vigneto già disegnato.. e con le misure corrette.
Niente più cordella, niente più carte, niente più faldoni.
Ma è finita qui?
Perché non pensare ancora in modo più innovativo?
In Nord America i GPS vengono usati sui trattori per la guida assistita al fine di evitare sovrapposizione su aree di semina, mietitura o altre attività al fine di ottimizzare i tempi dell’operatore ed i consumi.
In Giappone e California i droni svolazzano sopra i campi per concimare e disinfestare.
E tutti i dati che raccolgono nei loro voli? Le immagini multispettrali ad alta risoluzione che potrebbero scattare mentre, nel contempo, trattano le colture?

I droni e la loro tecnologia sono alla portata di tutti (basti menzionare la rivista bimestrale Dronimag.it), ma tralasciata la moda del momento si concretizzano gli usi che veramente possono essere di supporto agli utilizzatori:
– La ricognizione a basso costo
– La raccolta delle informazioni
– L’uso come “braccianti volanti” (si pensi che Agrodon – il quadricottero di 5,5 Kg, riesce a spargere trattamenti su superfici di 10 ettari…in un un’ora! Dal repertorio web di Agrinews)
Cosa ne pensi quindi? Lavori in ambito agricolo preferendo il naturale ciclo del giorno della notte e delle mani sulla terra o ti senti vicino anche a queste nuove tecnologie, fonti di supporto ma anche di sopravvento sull’uomo?